Una giornata di padri
Oggi è una giornata di padri.
Pensavo a una serie di coincidenze minimali e ho deciso di scriverne due righe, forse inutili, forse no. Non per me.
Padre 1
Oggi a Milano uno degli autori di Priamo presentava il suo libro dedicato al padre. È un libro pieno di grazia, di umorismo leggero, pur affrontando il tema della scomparsa del proprio genitore, del dolore che ne consegue – che è un dolore strano, ondivago, un poco ciclotimico –
Mi sarebbe piaciuto partecipare, ma purtroppo non ho potuto: ci saranno altre occasioni;
Padre 2
Un altro autore di Priamo, proprio oggi, faceva i conti con la medesima ricorrenza. Anni fa, oggi, moriva suo padre. Altro carattere, altro modo di conviverci, preferisce tenerla con sé quella roba;
Padre 3
Il 12 settembre erano vent’anni che è morto Gabriele Bortolozzo. In questi anni per questioni varie ho conosciuto i due figli Beatrice e Gianluca, in particolare lei. L’ho incontrata più volte e l’elemento che più mi ha colpito è quanto lei l’abbia amato e lo ami ancora, per quello che era. Mi è sempre sembrata la più bella impresa cui un genitore possa ambire.
Padre 4
Il nostro sindaco ha un padre che ha tutto il mio rispetto e la mia stima da tempi non sospetti: è Ferruccio, il poeta operaio, conosciuto per la sua opera, globalmente intesa. In tempi di lotte fratricide, di giochi di potere subdoli, lui andava declamando per Porto Marghera le sue poesie. Non posso dire lo stesso, in termini di ammirazione, per il figlio, ma qui si parla di genitori.
Padre 5
Mio padre oggi mi chiama al telefono: ha ottant’anni e inizia a parlarmi di una cosa che è apparentemente isolata – un episodio normale – ma che si congiunge a un racconto che da qualche recente anno mi espone con costanza: sono vecchio, perdo colpi, ne hai visto per caso qualcuno in giro (di colpi )? O forse vuole convincere la mia reticenza a riconoscerlo come tale: ci metto sempre un poco a realizzare che il mio interlocutore è un vecchio signore che ha sempre meno brillantezza, memoria, concentrazione, capacità di misurare la realtà. Alla fine ci arrivo e ci faccio pace: non è una questione cognitiva ma emotiva, e non sempre le due vanno d’accordo;
Padre 6
Sono anch’io padre da quasi 18 anni (a marzo sarò un padre maggiorenne) e non so come sono. So come vorrei essere, so quali sono i miei obiettivi e le mie speranze, e so che però, magari, queste non coincidono con quelle di lei: vorrei che… Ma in realtà mi basta amarla così, che è già tanto, che forse non è abbastanza, ma in queste cose non è mai né tanto né abbastanza: al massimo è quello che si può.