Splendido, va da sé…
Scrivi un libro, e ti travolgono emozioni difficili da descrivere. Poi, assistito dalla buona sorte, trovi anche qualcuno che decide di pubblicare il libro che hai scritto (nel mio caso Marco Crestani ed Emanuele Pettener, fondatori e instancabili animatori della nuova realtà culturale Priamo), ed ecco che ti investe una nuova ondata di gioia eccitata, di entusiasmo irrefrenabile. Qualcosa di talmente forte che, credetemi, al confronto la sbornia peggiore della vostra vita non rende neanche lontanamente l’idea, e in un momento, quasi senza rendertene conto, ti ritrovi a pensare che forse di felicità non si muore, però ci si va vicini, ed è una bellissima sensazione. E quando finalmente ogni cosa è ormai avviata, e il respiro poco alla volta torna regolare e il cuore riprende a battere secondo i ritmi quotidiani che gli sono consoni, ecco che all’orizzonte si profila un nuovo appuntamento. Splendido, va da sé, ma sconvolgente (del resto, come potrebbe non esserlo?): bisogna organizzare la presentazione del libro… Che a dirlo sembra una cosa semplice, ma quando ti ritrovi a farla per la prima volta, una presentazione, a metterla insieme pezzo per pezzo, ti accorgi che non è per nulla uno scherzo.
Il diavolo, dice un vecchio adagio, si nasconde nei dettagli, e d’improvviso, quasi qualcuno avesse lanciato un incantesimo, ogni cosa relativa alla presentazione sembra trasformarsi proprio in dettaglio, e non in un dettaglio qualunque, perché altrimenti non ci sarebbe gusto, ma in qualcosa di fondamentale importanza: dove si può fare? Quando? Qual è il giorno migliore? E l’ora? Quanta gente potrebbe arrivare? Qual è la soglia della sufficienza? Quante persone ci vogliono per scongiurare un fallimento? E ancora, a chi ci si può rivolgere per un buffet? E gli inviti, chi li fa? E le domande? E le risposte? Come si intrattiene un uditorio? Come si può evitare che la gente si annoi? I quesiti, i dubbi, sembrano non finire mai; si moltiplicano, nutriti dalla tua ansia, e come in un perfetto sistema chiuso (ma se volete potete chiamarlo anche circolo vizioso…) a loro volta alimentano la tua ansia. Che fare allora, rinunciare? Neanche a pensarci, perché in cuor tuo sai che alla fine ci riuscirai, e sai anche che la presentazione verrà bene, si tratta solo di darsi da fare, di mettercela tutta, ma soprattutto di cominciare. Possibilmente con il piede giusto. E il piede giusto, per me, sono stati gli amici.
Eleonora Molisani per prima; amica carissima e lettrice colta (la sua più recente iniziativa di promozione culturale a 360° la trovate su Facebook, alla pagina Natural Born Readers & Writers), che mi ha praticamente preso per mano e mi ha proposto il luogo: DresseBook, via Giovanni da Milano 4, un negozio (dove si vendono abiti vintage e libri fuori catalogo), ma anche molto di più; uno spazio elegante, raccolto, piacevolissimo, che sembra fatto apposta per farci incontrare la gente. A gestirlo, persone squisite, disponibili, che hanno immediatamente sposato l’idea e si sono dati da fare. E così, grazie a loro, sono stati stampati volantini di presentazione della serata con la copertina del romanzo, una recensione (di commovente bellezza) di Eleonora Molisani (ancora lei, sì) e gli indirizzi degli store in cui è in vendita (il libro è uscito in ebook); si è potuto trovare senza particolare difficoltà chi si è occupato del buffet (ricco e di qualità), e, a una settimana dall’incontro, è stato diffuso l’invito su Facebook. A me, come autore, non restava che una cosa da fare, tenere a bada la tensione crescente.
Anche perché nel frattempo le buone notizie si moltiplicavano; Marco Crestani annunciava la sua presenza, e insieme alla sua quella di Loris Rampazzo che avrebbe letto da par suo (e cioè benissimo, se volete farvi un’idea, ascoltatevi l’incipit del mio romanzo a quest’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=Gsrhr7Ct5zI) alcuni passi del libro. E insieme a loro, nelle vesti di quarto moschettiere, Leonardo Romani, uno dei responsabili della Libreria Le Querce di Lido degli Estensi, con il quale da qualche mese sto condividendo un progetto di invito alla lettura cominciato sul web (con il mio blog il consigliere letterario: http://ilconsigliereletterario.blogspot.com), approdato nella libreria (che in un angolo ospita alcuni titoli del blog con le relative recensioni) e diffuso anche su Facebook (grazie alla pagina My personal Book Shopper). Giunto il tanto agognato e temuto venerdì 15 febbraio, tutto si è svolto nel migliore dei modi: l’accoglienza è stata impeccabile, la gente è arrivata alla spicciolata, facce amiche in massima parte, ma anche qualche volto sconosciuto, che un po’ mi ha spaventato, ma un po’, lo ammetto senza difficoltà, mi ha anche allargato il cuore, e si è cominciato a parlare del libro, così, con naturalezza, come se si stesse parlando di qualsiasi altra cosa, tra amici. Eleonora ci ha introdotto, poi è toccato a Leonardo entrare nel merito del romanzo, e a me e a Marco Crestani (e a Emanuele Pettener, assente più che giustificato visto che vive e lavora negli Stati Uniti, ma ben presente in spirito, al punto che quasi ci siamo stupiti di non sentirlo intervenire) rispondere. Finché non è arrivato il momento di Loris, che con la sua voce calda e forte ha letto alcuni passi del romanzo. L’ho ascoltato, e quel che ho sentito mi è piaciuto, mi è piaciuto davvero molto. Merito della mia scrittura, ho pensato, della fiducia che mi hanno accordato gli editori; poi maligno mi ha sfiorato un altro pensiero: “e se dipendesse soltanto dalla bravura di Loris, se fosse solo la sua lettura a essere bella?” Ma è stata questione di un momento, poi l’applauso che ha salutato la sua interpretazione e omaggiato, oltre a lui, il mio scritto, ha sciolto ogni dubbio. È stata una meravigliosa serata, trascorsa con persone splendide, e il mio romanzo è un bel romanzo. Bello ed entusiasmante, proprio come lo è l’avventura di Priamo. Di felicità non si muore, giusto? E allora perché non godersela fino in fondo? Grazie a tutti, dunque, soprattutto perché questo è stato soltanto il primo passo. Un riuscitissimo primo passo.