Diario greco 4
Continuai a leggere, senza darmi tregua. Volevo capire, volevo conoscere.
“C’è che la gloria ha sempre bisogno di morti, di patacche e di commemorazioni con messa cantata al finale… ma noi in quel settembre eravamo ancora vivi e troppo scomodi testimoni della loro meschinità, un bagaglio troppo pesante da riportare a casa.
Seguirono, così, il metodo tradizionale degno di una stirpe antica: fuggirono… tanto il fatto di aver dimenticato tra le pieghe della geografia balcanica un esercito di quasi mezzo milione di uomini non turbava minimamente i loro sonni.
E poi gli altri, ecco, gli altri… i nemici ai quali dovevamo sparare. Ebbene, furono i soli che ebbero pietà di noi. Le loro parole straniere di una lingua antica furono le uniche che sentimmo in quei giorni. Forse non le capimmo proprio tutte, ma di certo avevano il tono delle parole amiche.”