La pazienza dei bufali sotto la pioggia

«Me lo dai un bacino? Ce lo prendiamo un caffettino? Mi fumo una sigarettina e poi si va. Che ne dici di un cinemino, stasera? Oppure ce ne restiamo tranquilli con un bel libriccino. Davanti al fuochettino… Sai che cosa mi piacerebbe per le vacanze? Fare un viaggettino in Italia. Hai visto il mio toppino? Dai, te lo succhio un pochino. Hai una strana faccina…
In dieci minuti, è riuscita a piazzare almeno quattordici diminutivi. Qualcosa mi dice che con questa ragazza non vivrò mai niente di grande.»
Quattordici volte è solo uno dei tanti racconti inseriti in La pazienza dei bufali sotto la pioggia. Strano titolo, eppure un significato c’è e lo riscontrerete nella lettura. L’autore è David Thomas (non il musicista!), un giornalista, classe 1966, che ha deciso di iniziare a scrivere per il teatro e il cinema: scelta azzeccata, che gli ha fatto vincere sin da subito numerosi premi.

Dunque, di cosa parlano i racconti de La pazienza dei bufali sotto la pioggia? Parlano di individui, dei loro pensieri frequenti, delle loro paure e frustrazioni, di quello che li rende felici, allegri, paranoici, insicuri, insopportabili, egocentrici. Il lettore diventa una sorta di prete, pronto a raccogliere le confessioni di questi grotteschi casi umani che, in fondo, rappresentano un po’ ognuno di noi. Tipo, a quanti uomini è accaduto di incontrare, almeno una volta nella loro esistenza, una ragazza un po’ stupida (anzi, per restare in tema facciamo “stupidina”) come quella del racconto sopraccitato? Oppure, vi è mai successo, nel lasciare una persona, di iniziare il discorso di rottura con un linguaggio composto, cercando una soluzione pacifica, e degenerare poi nei peggiori insulti? Oppure di andare con una donna che, finito di fare l’amore, comincia a parlarvi dei suoi ex?
Quando, in questa sede, si parla di racconti brevi, s’intende brevissimi, di una, due paginette al massimo: ottime storielle alla mattina, mentre si è in metro o sull’autobus, o finché si aspetta qualcuno seduti al tavolino di un bar, o magari facendo colazione. Sono delle pillole quotidiane che ci fanno sorridere e riflettere sulla mediocrità di certe fissazioni, sul fatto che, messo nero su bianco, tutto acquista la giusta dimensione: le nostre stesse delusioni (o quel rimuginare frequente che è tipico dei personaggi di Thomas, ma che è anche tipico nostro, di noi, personaggi reali) ci sembrano così piccole, così futili e puerili quando, leggendo, le riconosciamo. Spesso ci appaiono emozioni e sentimenti lontani da noi, eppure siamo stati tutti lasciati da una/o stronza/o, ci è capitato di incontrare gente che ci annoia, oppure abbiamo cercato alternative ottimali a un problema che, invece, c’è sfuggito di mano. La pazienza dei bufali sotto la pioggia è una lettura breve ma intensa, forte di uno stile narrativo fluido ed essenziale, ma mai banale. Un modo veloce e automatico che ha la letteratura di ritrarre i mali e i malesseri della società moderna, cercando di regalare, nel contempo, un attimo di divertimento.

(di Elena Spadiliero)

– David Thomas, La pazienza dei bufali sotto la pioggia, traduzione a cura degli allievi della Scuola di specializzazione per traduttori editoriali Tuttoeuropa, Torino – corso 2011/2012, Marcos y Marcos, 2013.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Centro Culturale S. Antonio delle Fontanelle | Contrà Busa, 4 - 36062 Fontanelle di Conco (VI) | Tel: +39 0424 427098 | Email: info@priamoedit.it | Mappa del sito | Privacy policy