Grigi labirinti di solitudine inondati di sole
Via Apelle, Milano, Lombardia.
Lungo i muri, e nel fiorire pallido del verde di città, la luce del mattino è un dolce sussurro di cose note e ignote, un lento narrare di leggende, una miracolosa interruzione del fluire del tempo; è l’esultante promessa di vita racchiusa in un grembo materno. E il suo posarsi lieve sulla strada di casa, dove la mia ombra m’attende esausta e paziente come un vecchio mendico, somiglia a pioggia d’oro, a un antico, immortale mito di grazia e bellezza. Così il risveglio dal sogno, anche se solo per un inafferrabile momento subito perduto, non è che il passaggio verso un più profondo sognare, mentre bruciano del colmarsi di lacrime gli occhi, sfiorati da invisibili dita di meraviglia. Poi, d’improvviso, il cammino, disordinato scalpiccio d’indifferenza, e grigi labirinti di solitudine inondati di sole, cerchiati d’azzurro.